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- Pubblicato: Domenica, 26 Ottobre 2014 17:37
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SegnoSpeciale n. 240
FASHION FILM
Genesi e generi di un oggetto post-cinematografico
a cura di Adriano D’Aloia
La moda rincontra il cinema
Flow and flaw. Un ragazzo, inquadrato di spalle, siede a un tavolo di assemblaggio, impegnato a montare frammenti di una pellicola 35mm: taglia, allinea le perforazioni ai denti della giuntatrice e fissa i lembi con del nastro adesivo trasparente. Le bobine del fonoriproduttore avevano già cominciato a riprodurre la colonna sonora: Non, je ne regrette rien di Edith Piaf. Nel film che sta montando, e di cui già possiamo vedere il risultato, un giovane è sdraiato in mezzo alla carreggiata di un ponte, si alza e comincia a correre all’indietro eseguendo sfrenati passi di danza. Nei frammenti successivi, una ragazza si sveglia nella sua roulotte: un primo piano mette in evidenza il suo monociglio. Un’altra in un supermercato avvicina per gioco due grosse arance al proprio petto poco formoso. Un’altra viene fermata al metal-detector di un aeroporto e mostra un vistoso apparecchio ai denti. Un’altra ancora in un bar mette in buca alcune palle di biliardo, nonostante un evidente strabismo, sotto lo sguardo sprezzante di un’amica con le orecchie a sventola. Il montaggio prosegue, mostrando altri giovani in una varietà di situazioni: nella cella di un carcere dopo un arresto, in momenti di strambo relax sul terrazzo di un condominio. Nella ultima sequenza tutti convergono sul ponte. Il film è pronto: sul coperchio della “pizza” si può leggere il titolo “Go with the flaw”.